A quell’epoca, il presidente Gorbachev era molto popolare nell’Unione Sovietica, in seguito al successo della sua politica della perestrojka. Nel corso degli anni, ho potuto incontrare molti presidenti degli Stati Uniti, ma incontrare il presidente Gorbachev fu molto più difficile. Temevo che sarebbe stato difficile ottenere anche un solo breve incontro. Dovevo affidargli un messaggio, ed era importante che glielo dessi personalmente. Egli stava riformando l’Unione Sovietica, dando vigore alle speranze di libertà, ma con il trascorrere del tempo incontrava sempre più opposizione. Se la situazione fosse rimasta senza controllo, si sarebbe trovato in grave pericolo.
«Signor presidente, lei ha fatto una cosa grande» gli dissi; «ha lasciato la posizione di segretario generale del partito comunista, ma ora è il presidente della pace. Grazie alla sua saggezza e al suo coraggio, abbiamo adesso la possibilità di portare la pace al mondo. Lei ha fatto la cosa più importante, più imperitura e più bella: lei è un eroe della pace, che ha compiuto l’opera di Dio. Nella storia della Russia, il nome che sarà ricordato e onorato per sempre non sarà quello di Marx, Lenin o Stalin, sarà quello di Mikhail Gorbachev».
Tributai l’elogio più alto alla scelta di Gorbachev, che aveva deciso di sciogliere l’Unione Sovietica, il paese natale del comunismo, senza spargimento di sangue. Gorbachev mi rispose: «Reverendo Moon, le sue parole mi hanno molto confortato. Il suo apprezzamento mi dà grande energia. Dedicherò il resto della mia vita a progetti al servizio della pace mondiale». E mi strinse con forza la mano.